Archivio mensile:marzo 2010

PALERMO: L’ULTIMO SACCO

Centonove 26.3.2010

 

IL CENTRO COMMERCIALE DI ZAMPARINI

 

Ecco come saranno cementificate le ultime aree verdi dello ZEN

L’ultimo Sacco è iniziato. Due mesi fa’, recinzioni, lamiere, camion, escavatrici, hanno cominciato lo scempio edilizio che darà il colpo finale a quel che era rimasto della Conca D’Oro di Palermo. Il Centro Commerciale di Maurizio Zamparini e il Nuovo Stadio della Palermo Calcio devasteranno il Parco della Piana dei Colli, quello che doveva essere il quinto polmone verde della metropoli (gli altri quattro sono l’Oreto, Ciaculli, Boccadifalco e quello di Villa Trabia-Giardino Inglese-Villa Gallidoro).

Cinque Parchi, cioè, che dovevano riqualificare e ridisegnare il tessuto urbano e periferico della città; un ultimo e disperato tentativo di dare natura e ambiente ai palermitani e salvare quel che era rimasto dell’antica Conca D’Oro. Con la costruzione del Centro Commerciale, del Nuovo Stadio e di tutte le strutture annesse, il territorio che si estende tra la città e Mondello sarà ricoperto di asfalto, cemento e opere di urbanizzazione. Inoltre con questi enormi manufatti s’interromperà il corridoio ecologico attualmente esistente fra Monte Pellegrino, già Riserva naturale, e i Siti d’Interesse Comunitario a monte della circonvallazione. Il Sacco di Palermo sarà dunque definitivamente consumato.

Leggi il resto di questa voce

AMIA – PALERMO

Centonove  12.3.10

 

COME TI DISTRUGGO UN GIOIELLO

Ecco come si presenta la centralissima via Cerda

Palermo non era così pochi anni fa’. Ogni mattina si vedevano le spazzatrici in funzione, l’immondizia veniva raccolta regolarmente e si faceva di tutto per tenere la città pulita. C’era più cura, più decoro e non si era mai giunti a questi livelli d’indecenza. Fino a qualche mese fa’ Napoli sembrava lontana mille miglia. Ora la trasformazione è sotto gli occhi di tutti.

E’ bastato cambiare amministrazione cittadina che il tracollo della Municipalizzata per l’Igiene Ambientale avvenisse poco a poco, lentamente ma inesorabilmente. Il risultato è stato il degrado ambientale e il fallimento di quella Società pubblica che stava diventando un piccolo gioiello.

Che cosa è cambiato in questi anni? Come mai tutti i settori di gestione e d’intervento dell’Azienda per l’Igiene Ambientale hanno subito un peggioramento fino ad arrivare al collasso? Come si è arrivati in questi ultimi giorni al commissariamento dell’AMIA da parte del Tribunale fallimentare?

Le dissennatezze di questi ultimi anni sono venute fuori una a una, sempre più gravi e irreparabili. E ogni giorno che passa se ne vedono le conseguenze.

 

Il consigliere comunale del PD Maurizio Pellegrino

Maurizio Pellegrino, consigliere comunale alla prima legislatura del Partito Democratico, segue da tempo le vicende dell’AMIA. Ha condotto mille battaglie per denunciare i conti manomessi dell’Azienda e ne conosce i più oscuri dettagli. “Compariamo i dati della vecchia gestione Artioli-Orlando a quella successiva Galioto-Cammarata – dice – In sette anni i debiti dell’AMIA aumentano del 444,94%, da 38.498.876 nel 2001 a 209.795.329 nel 2008. Il personale quasi raddoppia, aumentandone il costo del 52,64%. A fronte di questa imbarcata di addetti alla pulizia, la produzione e le prestazioni aumentano di un misero 21,06%. Passando poi al risultato finale, si precipita da un utile d’esercizio di 6.722 euro nel 2001 a una perdita di 181.314.361 nel 2008. Se si guarda inoltre l’autoparco dell’AMIA, a fronte di un aumento del numero di mezzi a disposizione, si ha un netto calo di macchine effettivamente funzionanti: da 83 nel 2001 a 25 nel 2010”.

Leggi il resto di questa voce